Una persona che ha avuto un danno o un problema fisico importante e grave spesso può avere seri problemi nel tornare a lavoro. E non parlo per le sue difficoltà fisiche.
Ma tutto ciò non può e non dev’essere una discriminante e sicuramente la persona non deve trovarsi in uno stato di disoccupazione, il suo reinserimento professionale è un diritto ed il datore di lavoro ha l’obbligo di reintegrare il lavoratore sia consentendogli di poter lavorare agevolmente, ma soprattutto di poter lavorare.

Grazie alla legge 190, l’Inail può rimborsare le aziende tutte quelli strumenti che servono e permettono alla persona con una disabilità da lavoro di continuare a esercitare il suo mestiere e questo, indipendentemente dalla gravità del danno e delle condizioni di salute: conta che la persona riscontri difficoltà motorie, sensoriali, di apprendimento e di relazione dovute all’infortunio lavorativo (o alla malattia professionale), che compromettono la sua prestazione lavorativa o ne rendono più faticoso lo svolgimento o l’accesso al luogo di lavoro. Mentre per tutti i lavoratori sia a tempo determinato, indeterminato o autonomi con disabilità da lavoro che hanno un’assicurazione Inail possono beneficiare degli interventi finalizzati al reinserimento lavorativo.

Tra l’altro non è indispensabile che il medico del lavoro rilasci l’idoneità, ma è sufficiente dimostrare che l’avvenuta disabilità determina più difficoltoso fare il proprio lavoro, pur essendo ancora.

Ovviamente dovrà essere una lettera di avvenuto infortunio da parte del datore di lavoro all’Inail. E dopo aver verificato i requisiti, l’Inail elabora il reintegro con l’azienda, sulla base delle esigenze del lavoratore disabile.
Alessandro Cavernicoli

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