15/02/2019 - AUTORE: Andrea De Chiara

Una logopedista di un rinomato Centro in Sicilia, invece di svolgere le sedute di terapia, utilizza impropriamente il cellulare come se niente fosse: Le Iene Show ne hanno denunciato il fatto; ecco cosa è accaduto.

Il 10 febbraio scorso le Iene Show, noto programma televisivo targato Mediaset, ha mandato in onda un servizio di denuncia ai danni di un Centro di logopedia di eccellenza siciliana (di cui non è dato sapere il nome) che offre una serie di terapie rivolte alle persone con disabilità. Secondo quanto è stato mostrato dal servizio delle Iene, la specialista che aveva in cura Giulia, una ragazzina di 9 anni affetta da disturbo dello spettro autistico, non si è comportata in modo professionale perché, invece di svolgere il proprio lavoro e seguire la giovane paziente, era in altre faccende affaccendata. Giulia avrebbe avuto diritto a sottoporsi a 10 sedute di logopedia, mentre a causa del comportamento della logopedista, di fatto ne ha beneficiato soltanto di una. Come testimoniano le registrazioni audio-video, la logopedista per tutta la durata dei trattamenti non ha quasi mai cercato di stabilire un contatto con Giulia; perfino di fronte alle sue insistenti richieste fisiologiche, quest'ultima non le ha prestato la dovuta attenzione. E che dire della via crucis dei colleghi che entravano nella stanza della specialista per parlare delle loro questioni personali? Cosa che quanto dichiarato dall’inviato delle Iene non accadeva di rado.

Sebbene sia risaputo ed è una pratica piuttosto diffusa in televisione, attraverso il montaggio di un filmato ribaltare la realtà artificiandola, è anche vero che all'inizio del servizio Giulia dimostra non solo di saper interagire con coloro che le stanno attorno, ma balla e canta con fervore; tali risultati è stato possibile ottenerli perché la bambina, fin da piccola, ha potuto sostenere delle sedute private con la sua logopedista di fiducia. Allora per quale motivo davanti a questo dato di fatto, una volta che l’inviato delle Iene ha mostrato al Direttore le presunte inadempienze della sua dipendente, ha cercato di giustificarla asserendo che Giulia non era in grado di stabilire delle relazioni con gli altri in quanto è una persona autistica non verbale? Le persone con uno spetro autistico vengono definite non verbali quando emettono solo suoni e questo naturalmente non è il caso di Giulia, opinione condivisa anche dalla Dott.ssa Alessia Angelucci, professionista in logopedia e specializzata in autismo. In aggiunta, l'esperta interpellata dalle Iene, dopo aver guardato attentamente le immagini delle 10 sedute di terapia di Giulia (della durata di 45 minuti ciascuna), si è espressa così: "in base a ciò che vedo, Giulia non sta facendo nessun tipo di terapia".

Se tali considerazioni della Dott.ssa Alessia Angelucci confermano le ipotesi iniziali, risultano illuminanti le sue ulteriori spiegazioni al riguardo: “[…] ignorare le prime richieste che fa la bambina risulta anti terapeutico sotto ogni punto di vista; solo nel caso in cui Giulia non presenti la reale necessità di bere o di andare in bagno, il loro non accoglimento potrebbe avere una valenza terapeutica, perché sarebbe il frutto solamente di un automatismo. Tra le tante altre cose, è gravissimo da parte della logopedista non assecondare la ricerca di un contatto di Giulia con lei. (La Dr Alessia Angelucci si riferisce al fatto che a un certo punto del filmato Giulia tende la mano verso la logopedista che dal canto suo non se ne cura affatto). […] A scanso di equivoci, all'interno di una seduta ci possono essere dei momenti di silenzio, ma questo non giustifica che si prolunghino per l'intera sua durata". Indubbiamente le osservazioni della Dott.ssa Alessia Angelucci offrono un quadro più chiaro e completo di tutta questa paradossale situazione, tuttavia ammesso e non concesso che Giulia fosse stata affetta da una forma di autismo non verbale, il Direttore della struttura non ha fornito una spiegazione logica per la quale le sedute di logopedia a suo favore non siano state effettuate, come prevede il protocollo in questi casi.

Probabilmente la presunta verità non sarebbe mai emersa se, dopo un anno e mezzo alla mamma di Giulia, a causa dei suoi mancati miglioramenti, non le fosse venuta l'idea di mettere un videoregistratore nella tasca di quest’ultima. Ciò che a maggior ragione stupisce è l'atteggiamento omertoso del Direttore della struttura che, nonostante le prove concrete della totale inadempienza della sua dipendente, nega l'accaduto contestando al massimo l’uso improprio del cellulare durante il lavoro. Detto questo, prima di esprimere un giudizio categorico in merito, è opportuno attendere che le indagini della magistratura facciano il loro corso. Solo nel caso in cui venga accertato che il caso sollevato dalle Iene si fondi su delle basi solide, l’indignazione delle famiglie che avevano riposto molte speranze nella professionalità di questi esperti, sarebbe più che giustificata. Oltretutto i Centri come quello a cui si è rivolta Giulia, per poter fornire servizi riabilitativi, come per esempio quello di logopedia, ricevono dalla regione Sicilia ingenti finanziamenti pubblici erogati dalle tasse dei cittadini italiani.
Andrea De Chiara

 
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