Per il consueto appuntamento con la rubrica “paralisi cerebrale infantile: una patologia, tante storie”, ho deciso di raccontarvi la storia di Federica, le sue conquiste e il suo grande amore: suo marito Alessandro.

Ciao Federica, ti andrebbe di raccontarci un po’ di te, della tua vita? Dove vivi? Lavori o studi?

Ciao! Mi chiamo Federica, ho 38 anni e attualmente vivo a Novara insieme a mio marito.
Sono nata a Palermo, ma a 28 anni sono andata a vivere da sola a Firenze perché ho trovato lavoro come assistente amministrativo. Ci ho vissuto per otto anni, prima di raggiungere Alessandro (con cui ero già fidanzata) a Novara.

Quando hai cominciato ad essere consapevole che la tua condizione di disabilità poteva essere percepita come differenza o limitazione?

Essendo nata con una disabilità, la consapevolezza è arrivata dai primi anni di vita: sia perché ho sempre fatto fisioterapia, sia perché non riuscivo a fare determinate cose. Poi, ben presto sono arrivate anche le prese in giro dei compagni di scuola.

So che ti sei sposata da pochi anni. Puoi raccontarci di come hai conosciuto tuo marito? È stato amore a prima vista?

Io e Alessandro ci siamo sposati due anni fa. Ci siamo conosciuti nel 2012 su Facebook, perché gestivamo insieme un gruppo dedicato a Claudio Baglioni, il nostro cantante preferito. All'inizio (inizio, si fa per dire, perché é durato tre anni!) chiacchieravamo esclusivamente di argomenti inerenti la gestione del gruppo.

Nel 2015 chiesi chi volesse accompagnarmi al concerto di Baglioni insieme a Morandi, che si sarebbe tenuto a Firenze, avendo la possibilità di portare con me qualcuno, grazie al biglietto riservato ai disabili. Lui si offrì volontario (diciamoci la verità: a chi non farebbe gola un ingresso gratuito?). Da lì abbiamo iniziato a parlare di noi, finché un giorno Alessandro mi confessò di essere innamorato di me già da diverso tempo.

Così abbiamo cominciato a frequentarci, arrivando alla decisione di sposarci.

È stato difficile far accettare alle rispettive famiglie la vostra relazione? Ci sono state incomprensioni o giudizi sulle vostre scelte?

Difficile no. Più che incomprensioni e giudizi, ci sono stati dei timori da parte dei miei genitori,  paure derivanti dal fatto che a Firenze mi ero ambientata bene, e che, con il trasferimento, non sarebbe stato semplice e magari non mi sarei ambientata bene. Ma, per fortuna, sono una che si adatta facilmente.

Al giorno d’oggi c’è ancora molta reticenza nel considerare le persone disabili come persone autonome e che possono autodeterminarsi anche affettivamente. Cosa pensi si possa fare per cambiare le cose?

Credo sia importante innanzitutto partire dal nucleo familiare di origine della persona disabile, sostenendo i genitori delle persone disabili con supporti psicologici, in particolar modo riguardo alla sessualità, e alla cura del corpo. Troppo spesso si tende a pensare, soprattutto per le donne, che non sia importante l'aspetto fisico, e che anzi la fisicità vada nascosta, e questo per una ragazza disabile rende tutto più difficile e faticoso di quanto non sia già. Non siamo persone asessuate, ma donne come tutte le altre, con pensieri, desidero e sogni.

Hai dei progetti per te stessa, e per la tua famiglia, riguardo al futuro?

Vorrei realizzarmi professionalmente. Oltre ad essere un'assistente amministrativo collaboro con un'azienda che si occupa di benessere. Ho intrapreso un percorso che mi ha aiutato ad amare il mio corpo e a prendermi cura di me stessa. Voglio aiutare altre persone, soprattutto con disabilità a prendersi cura di sé, valorizzando la loro bellezza e pensando alla propria salute.

E poi io e Alessandro vogliamo diventare genitori, sperando che sia presto possibile.

Ti ringrazio molto e per concludere, c’è qualcosa che vorresti dire ai lettori del blog?

Sì. Vivete la vostra vita. E' vero che noi disabili abbiamo dei limiti, ma non dobbiamo farci sopraffare. Dobbiamo cercare di superarli, ma se non riusciamo dobbiamo accoglierli: non passivamente, con rassegnazione, ma cercando di lavorare sui nostri punti di forza e vivendo la vita nel miglior modo possibile.

 

(Foto e interviste autorizzate)

Samanta Crespi

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