Tempo fa vi avevo parlato di due progetti di ristorazione inclusiva: “Cafè21” e “Ristorante Fuoricontesto”, due realtà varesine, che conosco personalmente.

Oggi vorrei farvi conoscere un altro  progetto che riguarda la ristorazione e l’inclusione: sto parlando di “PizzAut”.

Cosa è PizzAut?
Dire che sia banalmente un locale o una pizzeria inclusiva è riduttivo: è un’idea, una sfida, partorita da un gruppo di sognatori che, come tanti, vogliono costruire un mondo migliore. 

In questo locale che si trova a Cassina de' Pecchi (in provincia di Milano) lavorano e sono impegnati ragazzi con autismo e le loro famiglie, le quali credono nell’importanza di creare rete e di far valore a ciò che si fa.

È di questi giorni, tra l’altro la notizia data in diretta sulla pagina Facebook di Pizzaut, proprio dal fondatore, Nico Acampora, il quale ha firmato il contratto di locazione. Sull'area dell'ex Philips di Monza di proprietà della famiglia Bellazzi sorgerà tra pochi mesi il secondo locale Pizzaut, la prima pizzeria gestita da persone autistiche che ha già un ristorante a Cassina de' Pecchi. 

Si legge sulla loro pagina facebook: “Il progetto vuole avviare un laboratorio di inclusione sociale attraverso la realizzazione di un locale gestito  da ragazzi con autismo affiancate da professionisti della ristorazione e della riabilitazione. I ragazzi saranno avviati ad una prima fase di formazione che consentirà di studiare insieme a psicologi ed educatori la mansione più adeguata per ciascun ragazzo inserito nello staff di PizzAut e soprattutto le modalità attraverso le quali farlo sentire auto-efficace ed in equilibrio con il mondo che in quel momento sta attraversando”.

Troppo spesso i ragazzi con autismo, ma non solo loro, sono esclusi dal mondo del lavoro e dalle relazioni sociali.

Questo capita con tutti i tipi di persone con le più disparate caratteristiche e disabilità, ma l’esclusione è più evidente laddove ci sono situazioni neurodivergenti o le cosidette “disabilità mentali”, termine quest’ultimo che non mi piace usare, ma che rende l’idea della situazione.

Nel nostro paese le persone con un qualche tipo di disabilità devono faticare il doppio per poter avere anche solo la possibilità di autonomia e autodeterminazione personale, figuriamoci poi se si tratta di inserimento lavorativo. In questo caso molti di noi sanno, anche se non è del tutto esplicito, quanto sia ancora più complesso e difficile tutto il percorso per poter ottenere un impiego. (Mi riferisco alla famosa legge 68 del 1999, integrata nel 2015, sul diritto al lavoro per i disabili).

I genitori dei ragazzi che fanno parte del progetto PizzAut si sono resi conto, però, che con attenzione, delicatezza e determinazione questa situazione si può cambiare e per questo hanno deciso di investire le loro energie e le loro risorse in un progetto capace di costruire oggi un presente ed un futuro diverso, dove si possano integrare le persone autistiche, non perché bisognose di aiuto, ma perché sono portatrici di competenze e di benessere come ogni altra persona.

Alla fine che cosa è PizzAut?

Un progetto di ristorazione molto particolare, un locale per la famiglia ma anche per i giovani, un luogo dove stare bene e divertirsi con prodotti ricercati, un locale dai tempi lenti dove non bisogna andare a mangiare una pizza quando si hanno pochi minuti e poi si corre via, ma tutto ciò è pensato per essere un locale dal tempo lento, dove Trovarsi e Ritrovarsi in una dimensione temporale e relazionale fuori da tutte quelle logiche frenetiche che mettono in difficoltà chi è affetto da autismo, ma che stressano anche le persone in generale.

Un luogo lento dicevamo, con prodotto biologici e di altissima qualità, serviti con altrettanta qualità.

Sulla loro pagina si possono ben vedere tutti i progetti e le iniziative del locale per le serate e per i vari menù a tema, oltre che le molte iniziative solidali. E sono tante e sono varie, ma tutte accumunate dalla voglia di fare e da uno straordinario e genuino entusiasmo.

Sappiamo quanto sulla carta, nel nostro paese, ci siano tante possibilità e leggi per l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità, ma mi duole constatare, da persona con disabilità, come queste belle possibilità rimangano spesso solo sulla carta, senza mai concretizzarsi. Quindi ben vengano iniziative come quella di “PizzAut” anche se l’inclusione e il diritto al lavoro non dovrebbero essere l’eccezionalità, ma la norma. Perché solo così, ogni persona con disabilità, se lo desidera, potrà dare davvero il proprio contributo attivo alla società, senza dover contare solo sull’assistenza o sulla fortuna, ma sulle proprie specifiche abilità messe al servizio degli altri.

Per ulteriori info, potete seguire la loro pagina Facebook: https://m.facebook.com/pizzaut/

 

Se volete sostenere il progetto Cliccate qui: https://pizzaut.starteed.com/it/Crowdfunding

(Foto e interviste autorizzate)

Samanta Crespi

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