Abbiamo già avuto il piacere di conoscere Maria Giuseppa Fadda qui su Disabiliabili.

Maria Giuseppa, per chi non lo ricordasse, ci aveva raccontato la storia della sua vita da un punto di vista professionale, ossia dalle prime esperienze scolastiche fino a diventare un vero e proprio avvocato.
Oggi, racconteremo di questi eventi da un’altra prospettiva, perché per arrivare a un grande traguardo ci sono sempre delle scelte importanti da fare, una vita da cambiare.
La nostra amica Maria Giuseppa, per gli amici come noi solo Pina, ci racconta che la data fondamentale, quella che ha segnato il suo inizio in assoluto, è il 4 luglio del 1998.

In quel giorno, Pina si trovava davanti a un grande dilemma. Lei voleva a ogni costo continuare gli studi, e voleva frequentare la facoltà di giurisprudenza che si trova a Cagliari. Ricordiamo che Pina viveva in un paese situato nell’entroterra della Sardegna e questo avrebbe comportato una scelta drastica, avrebbe dovuto lasciare il suo paese, i suoi affetti, tutte le sue sicurezze.
La prima cosa da fare era quella di concretizzare la frequenza alle lezioni universitarie. Bisognava quindi informarsi accuratamente per conoscere tutte le possibilità.
Sarebbe entrata in graduatoria? Un altro quesito al quale non poteva dare una risposta, ma grazie alla sua tenacia anche la domanda per la casa dello studente sarebbe stata fatta immediatamente.

Ed eccoci a Cagliari, Via Trentino. Pina ce l’aveva fatta grazie alla sua fermezza e alla sua decisione.

Un nuovo mondo si apriva per lei.
Un'altra vita da vivere, altre persone da incontrare, vite da conoscere. Era arrivato il momento di costruirsi una vita sociale. Molto più facile a dirsi che a farsi, e l'idea di fare amicizia e di cambiare abitudini intimidisce quasi sempre. Eppure, questo sarebbe risultato essere un grande passo avanti, un modo per mettersi alla prova oltre che nello studio anche nella vita sociale.
La sua decisione l'avrebbe portata a trovare finalmente la sua indipendenza. Era ormai ora di lavorare per la propria emancipazione, per dimostrare a tutti che Pina Fadda avrebbe realizzato i suoi obiettivi, che anche lei ce l’avrebbe fatta.
Quello che Pina ci sta dicendo è che, prendere una decisione, dalla più banale a quella più importante, è una costante dell’arco nostra esistenza e a volte fa davvero paura, ma è ciò che ci aiuta a crescere. Cambiare significa evolvere. E a chi può di fare una scelta simile, Pina insegna che timore di commettere errori irreparabili o il fatto di dover prendere una decisione che potrebbe rivelarsi un fallimento non deve bloccarci, perché quella è la sola strada per maturare, tanto più se si tratta di una persona con disabilità.
Ho chiesto alla nostra amica Pina di raccontarci un po’ cosa le ha dato studiare giurisprudenza in senso pratico e nella vita di ogni giorno. E la sua risposta è stata molto chiara. Il conseguimento della laurea, vedere un sogno realizzarsi, è un traguardo che non solo dà soddisfazione, ma anche quella forza per continuare ad andare sempre più avanti. “La giurisprudenza poi, mi ha permesso di capire come muovermi in vari campi, soprattutto se si parla di barriere architettoniche, parcheggi” e il nostro avvocato ci tiene a precisare che “il nostro ordinamento giuridico è dinamico e sempre in evoluzione perciò ogni cittadino può informarsi e tenersi aggiornati grazie a delle riviste gratuite”. Pina consiglia una rivista scientifica molto accurata e gratuita aperta a tutti, Filodiritto.com .
Conoscere le norme che regolano la vivibilità in uno stabile, o cosa racconta di noi il cartellino che quasi tutti abbiamo e usiamo per il parcheggio, è fondamentale. La giurisprudenza deve essere alla portata di ogni cittadino perché un’informazione corretta e tempestiva aiuta sia a non sentirsi soli, ma anche ad essere più autonomi.

Continuando la chiacchierata con Pina, ci siamo soffermate su un argomento davvero importante: prendersi cura di sé. Considerata anche la disabilità che convive con lei da quarantaquattro anni, Pina ha subito tenuto a precisare che la sua è una cura totale.

Il benessere è dato prima di tutto da quello che mangiamo perché ormai è chiaro a tutti, il cibo porta l'energia e le sostanze nutritive fondamentali per noi, specie se si devono affrontare giornate davvero impegnative. Ma a volte non basta seguire una propria idea di alimentazione corretta per curare il proprio corpo, quindi Pina ha deciso di rivolgersi a un nutrizionista.
Pina deve combattere con la problematica dell’ipotiroidismo, e oltre ad avere una difesa immunitaria più bassa, la nostra amica ha un metabolismo decisamente più lento del normale.
Come molti di noi, Pina è stata seguita in vari centri fisioterapici, ma poi, per una questione anagrafica, ha dovuto lasciare questi centri e affidarsi ad una palestra dove per fortuna ha incontrato una eccellente fisioterapista.

Tutto ciò si è bloccato a causa della pandemia, e come per la maggior parte di noi, anche per Pina il movimento si è ridotto al minimo in questo tempo.
Parlando di cure e terapie, Pina si è soffermata su un problema che sta a cuore a molti di noi. Come ben sappiamo, molti disabili non possono frequentare le piscine, questo perché non ci sono le dovute precauzioni e sicurezze, inoltre non sempre è garantito il rapporto uno ad uno come sarebbe doveroso nel caso di una disabilità motoria come quella di Pina. Impegnarsi per la dignità di una persona con situazione di disabilità significa anche un adeguato intervento nei nostri impianti sportivi. In una piscina, in questo caso, bisogna essere preparati a rapportarsi con ogni tipo di disabilità, senza alcuna distinzione.
Questa, purtroppo, è una battaglia ancora aperta, almeno nella nostra regione, in Sardegna e sappiamo che lei sarà in prima linea per combattere a favore dell’inclusione.
Pina ci regala infine una riflessione secondo il quale la disabilità ha le sue leggi e normative, ma queste non bastano perché si arrivi a una vera crescita come cittadino indipendente. Prendiamo come esempio il lavoro e le categorie protette. Una laurea in mano non dà la certezza a nessuno oggigiorno, tanto meno a una persona con disabilità. A quanti capita… tante domande inoltrate e nulla si muove.
Questo però non ferma Pina, che pur avendo fatto delle scelte sbagliate, scelte che l'hanno portata a soffrire profondamente, ma nonostante questo Pina continua a farsi forza e non smette di sorridere. Ci ricorda quanto sia importante sognare e rimboccarsi le maniche. Mai smettere di sperare, mai smettere di progettare, e soprattutto mai dimenticare di fare del bene agli altri perché in questo modo facciamo del bene anche a noi stessi.
Pina conclude la nostra intervista riflettendo ancora sul suo percorso e su quanto spesso stare a stretto contatto coi propri cari non ti porti ad apprezzare i loro consigli e il loro modo di supportarci, eppure il tempo e la lontananza hanno aiutato a vedere con occhi nuovi anche tutto questo.
Ricordiamo a tutti i nostri cari lettori l’evento sulla pagina Facebook DisabilmenteMamme il 20 aprile alle ore 18 dedicato interamente a lei.

La vita è un treno in corsa e bisogna prendere in fretta il proprio posto.

Ancora grazie avvocato Fadda.

Margherita Rastiello

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