Al giorno d’oggi siamo tutti iper-connessi, sempre. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un incredibile incremento della produzione di ogni sorta di strumento tecnologico, in primis computer, tablet e telefoni cellulari. “Nomofobia”: questo il termine tecnico che si usa per indicare la dipendenza da cellulare, una paura di restare sconnessi dal “mondo”. Questo boom tecnologico oltre agli evidenti benefici nel mettere in comunicazione il mondo e nell’attività riabilitativa, ha dei rischi.  La comodità della reperibilità costante della persona, ad esempio, è un elemento non da poco, in particolare in un clima di cambiamenti socio-culturali come quello di oggi in cui soprattutto i giovani e i bambini sono esposti a situazioni più pericolose nella quotidianità rispetto a prima. Per gli esperti la dipendenza da cellulare è una malattia. Spesso un uso intensivo del cellulare può essere legato al bisogno di isolamento da dinamiche familiari che l'adolescente non riesce a gestire. Spesso si perdono interesse persino nell’interazione con i familiari fino a ritirarsi in solitudine nella propria stanza, davanti al computer, trascurando l’igiene ambientale e personale per evitare il più possibile di scollegarsi. Questo è un utilizzo che è caratteristico da parte di adolescenti che non trovano un modo di gestire la rabbia. Quasi la metà dei ragazzi cerca continuamente un feedback. È un problema che sta emergendo sotto forma di dipendenza da notifica. Il numero di queste ultime è per loro un indice di gratificazione. Quando guardano il telefono e vedono che hanno centinaia di notifiche sono appagati perché si sentono ricercati e considerati. Un disturbo da dipendenza legato ad utilizzo intensivo e ossessivo di internet in tutte le sue forme, dalla navigazione sui social, alla visualizzazione di filmati, al gioco online. Ma al di là della patologia, piuttosto rara o molto estrema, un abuso di Internet e delle tecnologie è sempre negativo. Sono parte integrante della vita dei bambini, delle bambine e di ragazzi e ragazze in quanto strumenti di comunicazione e relazione, di informazione, studio, creatività e, soprattutto, di partecipazione. Inoltre, l’accesso a internet per i più giovani avviene prevalentemente dallo smartphone. Nei Paesi in cui la prevalenza del collegio sindacale è più elevata, istituzioni mediche e governative hanno stilato e diffuso su larga scala, raccomandazioni per l’utilizzo appropriato di Internet e programmi di prevenzione da implementare in ambito scolastico, questa potrebbe essere una strada da seguire , per educare fin dai primi anni di utilizzo del cellulare anche in Italia.  In Corea del Sud, il governo ha istituito comunità terapeutiche ed ha organizzato consultori negli ospedali dove gli adolescenti devono imparare a vivere senza Internet al fine di socializzare con altri ragazzi in modo diretto. Discutere ma non proibire definite orari, contenuti e durata del gioco insieme a vostro figlio; in questo modo accetterà le regole e le rispetterà. La gestione consapevole deve essere il centro della discussione. Tenere lontani i giovani dai videogiochi o dai contenuti sensibili con l’imposizione o con il divieto spesso provoca l’effetto opposto.

Piero D.M.

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